Misteri ed enigmi

Il boschetto di Venere
Il boschetto di Venere

L'unica cosa certa è che i gioiellieri ci rimisero, nonostante tentarono inutilmente di portare in processo la famiglia dei Rohan.

 

Tornando ai dubbi, invece, viene subito da chiedersi per quanto perfetta possa essere la somiglianza tra due persone, possibile che il cardinale di Rohan, il quale come Elemosiniere aveva tutti i giorni sott'occhio l' "originale", possa essere caduto nella scenetta del boschetto?
Ma soprattutto, un uomo della sua elevatura non sapeva che la regina firmava semplicemente "Maria Antonietta" e non "Maria Antonietta di Francia"?
Cosa c'era il quel famoso "portafogli rosso"?
Davvero Maria Antonietta non conosceva la contessa De La Motte? Eppure sembrerebbe dai registri che la contessa frequentasse la Corte, inoltre perché la principessa di Lamballe e la contessa di Polignac, amiche intime di Maria Antonietta, sarebbero andate a far visita a Jeanne in carcere?
Perché ci volle tanto tempo per decidere di arrestare la contessa se il suo nome era già uscito più volte sia dalle dichiarazioni dei gioiellieri che da quelle del cardinale?
Perché si è permessa la fuga di suo marito a Londra?
Chi pagava a Jeanne la cella signorile in cui si trovava a
Salpêtrière?
Come aveva potuto fuggire così facilmente dal carcere? Chi le aveva fornito la carrozza ed il denaro necessari per la fuga?
"Nessuno di noi ha mai detto la verità in questo processo" dichiarò Jeanne, ma quale era la verità?
E per quale fatalità quando annunciò che l'avrebbe messa nero su bianco ebbe l'incidente mortale?
Perché dopo la restaurazione ritroviamo Nicolas De La Motte a Corte?

Le ipotesi sono molte, tra cui non si esclude il fatto che Jeanne fosse effettivamente amica e faccendiera della regina (e questo spiegherebbe anche la cieca fiducia che Rohan aveva in lei).

Per alcuni, la regina avrebbe effettivamente, tramite Jeanne e Rohan, iniziato l'acquisto della collana, ma, spaventata per il prezzo l'avrebbe rispedita ai gioiellieri, ed a questo punto la contessa avrebbe di sua iniziativa escogitato la truffa per appropriarsi dei diamanti.
Per altri, invece, tutta la faccenda sarebbe opera di Jeanne, che approfittando della sua posizione avrebbe agito per truffare il povero Rohan.
L'ira della regina, insomma, sarebbe dovuta al fatto che era stata carpita la sua fiducia, salvo poi far fuggire dal carcere la sua protetta (secondo alcuni libellisti anche amante).

Un ruolo importante nella faccenda ebbe anche il Conte di Cagliostro che più volte persuase Rohan dell'utilità di quell'incauto acquisto. 

Era Cagliostro d'accordo con Jeanne o da bravo ciarlatano per arruffianarsi maggiormente il suo protettore profetizzava ciò che sapeva gli avrebbe fatto piacere? O, avendo fiutato l'inghippo, da antimonarchico quale era, aveva capito che uno scandalo del genere avrebbe portato la corona alla rovina?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che nacquero inseguito alla vicenda.

Interessanti sono anche i dubbi sulla fine di Jeanne (alcuni sosterrebbero che nella sua tomba non ci sia lei).

A questo proposito c'è chi dice che la contessa sia scappata in Russia e lì abbia vissuto come Contessa Gauche.