Jeanne in Lady Oscar

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Jeanne è diventata anche personaggio "di carta" quando la disegnatrice giapponese Riyoko Ikeda, nel 1972, decide di inserirla tra i personaggi secondari del fumetto "La Rosa di Versailles" (più noto in Italia come "Lady Oscar").


Nato come tentativo di rappresentare in versione romanzata la vicenda di Maria Antonietta e basato sulla biografia di Stephen Zweig ( uscita negli anni trenta),"La Rosa di Versailles" diventer・molto popolare in patria (e in seguito all'estero, sull'onda del successo della serie animata prodotta tra il 1979 e il 1980) grazie al personaggio di Oscar e alle sue tormentate e romantiche avventure.

La Jeanne che viene descritta da Riyoko Ikeda ・ spregiudicata, calcolatrice, avida, furba e contornata da sciocchi (il marito, il cardinale di Rohan, ad esempio).


Il suo personaggio da vita però anche a diversi siparietti comici nel fumetto, giocati proprio sul paradosso (come può in effetti un uomo come il cardinale di Rohan, farsi giocare da una donna che non ha palesemente potere a corte, al di là del suo tentativo di inganno?).

Riyoko Ikeda dipinge Jeanne come un personaggio a tratti forte e drammatico, a tratti e più spesso come un personaggio tragicomico. Solo verso la fine della sua vicenda, chiaramente alterata rispetto alla realtà storica del personaggio, la Ikeda tenterà con successo, di rappresentare la tendenza alla follia del personaggio.

La "vera" Jeanne morirà infatti gettandosi da un balcone durante un eccesso legato alla mania di persecuzione che negli ultimi anni aveva sviluppato, la Jeanne di Riyoko Ikeda, che sta per essere catturata da Oscar, si getta/cade da un balcone, non prima di aver pronunciato una serie di frasi sconnesse e senza senso, come una persona affetta da una psicosi.

Una versione molto più drammatica e in definitiva molto più interessante (e più conosciuta in Italia) del personaggio di Jeanne è proprio quella della serie animata "Lady Oscar".

Del fumetto della Ikeda viene mantenuta la struttura familiare di Jeanne ( e in particolare l'attribuzione a Jeanne di una sorella, Rosalie, che nella realtà storica non è esistita) e la volontà del personaggio di sollevarsi dalle condizioni di miseria in cui vive.


La vicenda di Jeanne nella serie ha inizio quando ha diciassette anni e viene contemporaneamente sottolineato che anche i personaggi di Oscar e Maria Antonietta hanno esattamente la stessa età.


Tre giovani donne alle prese con un destino in qualche modo preordinato. Quello di Maria Antonietta è di diventare giovane regina di un paese che non è il proprio, destinata a questo dalla madre e dalla ragione di stato, nonostante una struttura di personalità  completamente diversa da quella della madre, e dimostri, fin dall'inizio di non avere la stessa competenza politica e lo stesso rigore.Quello di Oscar è di diventare il comandante delle guardie reali della regina, e vivere una vita da uomo, nonostante sia in realtà una donna, soffocando nella sofferenza passioni e desideri, per compiacere il desiderio del padre, generale, che non ha avuto figli maschi. Quello di Jeanne è un destino di povertà e miseria accanto ad una madre malata, per divenire probabilmente futura sposa e madre nella stessa miseria.


Le tre donne proveranno a ribellarsi, ognuna con la sua personalità al proprio "destino". E se Maria Antonietta si concede all'amore di Fersen e non si occupa degli affari di stato se non per fare favori alle persone a lei favorite, e Oscar finisce per innamorarsi proprio di Fersen, traendo dalla propria sofferenza la forza per prendere le sue prime decisioni autonome (lascia la guardia reale, rifiuta il fidanzamento propostole dal padre con il Conte Girodel, e al termine della vicenda si schiera con il popolo in rivolta per amore del suo compagno, André, Jeanne decide di ribellarsi al suo destino fuggendo da casa sulla carrozza di una marchesa.


Le sue armi saranno, da ora in avanti, l'inganno, la seduzione e una certa astuzia che la porteranno ad ottenere in breve tempo un titolo nobilare, soldi e l'appannaggio che era tipico di una nobildonna.

Rappresentata graficamente come una dark lady (vestiti scuri e che sottolineano le forme femminili, in aperto contrasto con quelli androgini di Oscar e con quelli color pastello e casti di Maria Antonietta), in questa edizione Jeanne viene rappresentata come una donna astuta, ma alla fine vittima di se stessa.

Lo spettatore assiste ai suoi trionfi (per tutti, la bellissima scena in cui Jeanne, durante il processo della collana, sull'orlo della condanna, riesce a ribaltare completamente la sua posizione, passando agli occhi di un intero paese da ladra a vittima della avidità della regina, e in ultima analisi, vittima di un sistema politico) e alle sue cadute (la carcerazione), ma anche al suo costante desiderio di autodistruzione che è un po' il lietmotiv del personaggio. Jeanne beve spesso fino a stordirsi, piange in silenzio, non sembra mai felice veramente di ciò che ha ottenuto, e sembra soprattutto avere consapevolezza che ciò che ha ottenuto avrà breve durata.

Se il personaggio descritto dalla Ikeda ha in sé un germe di follia, il personaggio descritto dagli autori delle serie televisiva è invece virato verso una componente depressiva e più in generale, nevrotica.


Ma il destino di Jeanne è comunque segnato e tragico, come del resto quello di Maria Antonietta e di Oscar, e nulla varranno i tentativi di ribellione. E a Jeanne, prima sfruttatrice e poi lei stessa sfruttata e condannata a morte dalla stessa persona che la fa fuggire dal carcere dove è stata rinchiusa dopo lo scandalo della collana, non rimane altro che togliersi la vita, trascinando con sé Nicolas (il marito), sottolineando cosi una inevitabilità e simbioticità (in cui l'uno non può vivere senza l'altro componente della coppia) dei rapporti di coppia che si troverà più volte nel corso della serie televisiva (il rapporto tra Oscar e André infatti, come anche quello tra Antonietta e Fersen hanno questa caratteristica).

 

Fiammetta C.